EDUCAZIONE SIBERIANA (Nicolai Lilin)
Titolo: Educazione siberiana
Autore: Nicolai Lilin
Editore: Einaudi
Pagine: 343
Prezzo: 12,50
«Senza pensare ho preso la Tokarev di mio nonno e sono corso dietro ai poliziotti. L'unica cosa che sentivo era una specie di gioia di esistere. Mi sono fermato davanti a uno di loro, i suoi occhi erano stanchi e tristi. Ho mirato alla faccia, ho cercato di premere il grilletto con tutte le mie forze, ma non riuscivo a muoverlo di un millimetro. Mio padre ha cominciato a ridere: - Vieni qui, piede scalzo! - Non va bene sparare in casa, non lo sai?»
La vita di un ragazzo siberiano educato da un'intera comunità criminale a diventare una contraddizione vivente, e cioè un «criminale onesto». Le avventure di strada, le giornate al fiume, gli scontri tra adolescenti guerrieri.
E soprattutto il sapere dei vecchi, che portano l'esistenza tatuata sulla pelle e trasmettono con pazienza e rigore il loro modo di capire il mondo. La Transnistria, terra di tutti e di nessuno, crocevia di traffici internazionali e di storie d'uomini. Una grande epopea criminale raccontata da chi l'ha vissuta, con una forza che ti agguanta e non ti lascia più.
Per fortuna è finito, temevo di restare su queste pagine per sempre.
Mi è stato venduto da una libraia che l'ha spacciato per "una bellissima storia sull'origine del tatuaggio", evidentemente non aveva chiaro neppure lei il contenuto.
L'ho trovato prolisso e talmente noioso da perdere completamente il filo della storia, che sinceramente ho trovato scarna e ripetitiva.
Senza dubbio interessante la cultura siberiana, i rituali, l'educazione criminale con tutti i suoi retroscena;
bella la figura del "nonno" che nella cultura criminale rappresenta il maestro, colui che impartisce lezioni di vita; singolare l'origine del tatuaggio come simbolismo nascosto, come messaggio criptato;
ma sinceramente si riduce tutto ad una cronaca pedissequa.
Il libro sembra formato da tante pagine di diario rilegate senza una logica temporale, con troppe digressioni che infastidiscono e confondono un testo già caotico di suo.
La storia vera o no che sia, potrebbe anche essere avvincente, ma la scrittura è troppo pesante per farle prendere gusto.
“- E lo sai perché Dio ha dato all'uomo una vita più lunga di quella degli animali?
- No, non ci ho mai pensato…
- Perché gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli. L'uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un'altra per poterli capire, e una terza per cercare di vivere senza sbagliare.”